Le due visite pastorali, che si succedettero a breve distanza l'una dall'altra, la prima del Beato Giovanni Tavelli da Tossignano (1434) e la seconda di mons. Francesco Dal Legname (1449), rendono ufficiali le notizie sull'antica chiesa di Santa Maria di Fiesso e sull'allora costruendo campanile.

In località Pieve fu eretta nella prima metà del XII secolo la primitiva chiesa intitolata a San Giorgio.

Le terre, che furono bonificate su ordine delle abbazie di Nonantola e Pomposa dai frati del monastero benedettino di S.Lorenzo nell'XI secolo, in località Caselle, costituirono il primo nucleo di Gaiba.

A San Michele arcangelo fu intitolata sin dal XIV secolo la chiesa di Occhiobello, documentata dalle numerose visite pastorali.
Ampliamenti e riedificazioni si susseguirono nel tempo.

Certamente antica è la storia di Melara se già il 13 settembre 981 l'imperatore Ottone II, nell'assegnare i beni al monastero di San Salvatore in Pavia, cita tra questi la Corte di Melara.

Per l'accresciuta popolazione e per dare nuovo lustro al paese nel 1763 si decise di ricostruire, sempre intitolata a Sant' Antonino, una chiesa in luogo più sicuro e protetto dalle piene del Po, in località Terraglio. 

I quattro rifacimenti della chiesa arcipretale di S. Stefano, papa e martire seguono da vicino la storia e l'evoluzione della parrocchia di Stienta.
Già prima dell'anno mille esisteva un edificio, distrutto purtroppo dalle nefaste rotte di Ficarolo.

A Castelmassa (Massa Superiore), sulla bella piazza della Libertà, rivolta verso il Po, si affaccia ancor oggi la chiesa di S. Stefano Protomartire.

La chiesa dell'Ospedaletto, o Santa Maria dei Derelitti, si trova accanto al complesso monumentale dell’Ospedale Civile di Venezia e all’importante chiesa domenicana dei Santi Giovanni e Paolo.

Le notizie più remote sulla chiesa di S.Giorgio a Bergantino risalgono alle "Rationes decimarum" (Elenco delle decime) del 1300.

Della nobile famiglia de' Contrari, che nel '400 aveva il governo sulle terre di Sariano, rimane il primitivo oratorio adesso cappella, al centro della quale, sul soffitto, si può ammirare la decorazione a rilievo che ne riproduce lo stemma gentilizio.

In un chiuso abbraccio tra il Po e l'argine destro del Tartaro, da Melara fino a Fiesso Umbertiano e Canaro, si estendeva un'ampia zona paludosa ora bonificata.