Progetti su immobili con supporto regionale

Interventi per la costruzione, l’ampliamento e la sistemazione di centri di servizi culturali - Ex L.R. n. 18/2011 (abrogata con L.R. n. 17/2019 art. 40)

Nell’ambito delle attività riguardanti l’edilizia culturale la Legge Regionale n. 18/2011 finanziava interventi per strutture da adibire, o già adibite, a sedi permanenti di centri di servizi culturali, auditori, sale cinematografiche e teatrali, biblioteche, musei e archivi. Gli interventi volti alla costruzione, all’ampliamento e alla straordinaria manutenzione delle strutture includevano anche gli allestimenti per l’attività culturale, compresi gli impianti tecnologici e gli arredamenti.

Per il  raggiungimento delle finalità sopradescritte i contributi  in conto capitale hanno finanziato fino all’80% della spesa ammissibile, entro  il limite massimo individuato dalla Giunta regionale e sono  stati concessi, come da  previsione normativa, a enti locali e a istituti ecclesiastici nonché ad associazioni, fondazioni e altre persone giuridiche senza scopo di lucro, proprietari dell’immobile oggetto di intervento o  titolari su di esso di  altro  diritto  reale che li autorizzasse a disporne, subordinatamente all’impegno, assunto dal beneficiario a consentirne la fruizione pubblica dell’immobile per almeno venti anni.

La L. R. 18/2011 ha finanziato interventi relativi agli anni 2012, 2013 e 2014, le istanze pervenute dal 2015 non sono state valutate per mancanza di risorse finanziarie.


Restauro delle superfici esterne affrescate, dipinte e decorate - Ex L.R. n. 12/2000 (abrogata con L.R. n. 17/2019 art. 40)

In armonia con le norme in materia d'edilizia culturale, la Regione del Veneto sostiene mediante contributi in conto capitale interventi sul proprio territorio volti alla conservazione, manutenzione programmata, restauro e valorizzazione delle superfici esterne in qualunque modo decorate e aventi rilievo storico - artistico su edifici di proprietà non statale e soggetti al vincolo di tutela secondo le vigenti leggi. 
La legge n. 12/2000 è stata finanziata fino all’esercizio finanziario 2008.  Successivamente non sono state stanziate risorse a favore degli interventi disciplinati dalla stessa e si è concluso l’iter amministrativo relativo agli interventi finanziati.


Fondo di rotazione per l’edilizia culturale - Ex L.R. n. 6/1995 art. 36

Al fine di favorire interventi riguardanti le strutture di conservazione dei beni culturali, con particolare riferimento ai musei, alle biblioteche e agli archivi, con l'art. 36 della Legge Regionale n. 6/1995, è stato istituito il "Fondo di rotazione per l'edilizia culturale" per la concessione di contributi in conto capitale a rimborso in quote annuali costanti senza oneri per interessi per la durata massima di dieci anni (in armonia con i principi e le disposizioni di cui alle Leggi Regionali 5 settembre 1984, n. 50, 8 agosto 1984, n. 63, 15 gennaio 1985, n. 6 e successive modificazioni e integrazioni).
La legge in argomento è stata operativa fino all’esercizio finanziario 2005 anno in cui sono stati erogati Euro 1.500.000,00 a n. 11 beneficiari (pubblici). 
Successivamente non sono state stanziate risorse a favore degli interventi disciplinati dalla stessa e si è conclusa anche l’attività di monitoraggio degli adempimenti di restituzione delle quote annuali.


Progetti rilevanti realizzati con fondi della L.R. n. 18/2011 (abrogata con L.R. n. 17/2019 art. 40):

Fondazione Scientifica Querini Stampalia ONLUS di Venezia (VE)

Intervento
Restauro e riforma del complesso edilizio della Fondazione Querini Stampalia conseguente a nuove acquisizioni immobiliari: nuovo ingresso con locale guardaroba e area bimbi al piano terra del palazzo e intervento di restauro conservativo sul ponte di accesso sul rio di Santa Maria Formosa e più precisamente:

  • restauro di un’area di circa 135 mq posta tra il nuovo auditorium ed il ponte di accesso alla Fondazione su campo Santa Maria Formosa. A seguito dell’acquisizione  di due locali al piano terra dell’unità immobiliare attigua all’auditorium, è stata riconfigurata la zona d’ingresso in modo da ottimizzare i flussi degli utenti afferenti all’area museale, all’auditorium e alla biblioteca.
  • sul retro del complesso della Fondazione, all’interno di un locale in disuso, è stato ricavato un magazzino con un piccolo deposito per utensili e, nel locale attiguo, al confine con l’auditorium, la nuova area bimbi ad uso esclusivo dei piccoli ospiti che potranno usufruire di un servizio di intrattenimento e controllo (è previsto un programma di laboratori didattici messo a disposizione dalla Fondazione) mentre i genitori sono in visita al museo o in biblioteca.
  • restauro conservativo del ponte di accesso alla Fondazione e restauro integrale della facciata del palazzetto lungo il rio.

Valenza culturale
I Querini costituirono una delle più antiche casate veneziane e, secondo alcuni antichi genealogisti, tale famiglia avrebbe le sue origini addirittura nel mondo romano.
Famiglia ricchissima grazie al commercio e a lungo riconosciuta tra le protagoniste della vita pubblica veneziana, visse un momento di momentanea difficoltà quando alcuni membri della casata furono coinvolti nella fallita rivolta di Baiamonte Tiepolo. Sempre agli inizi del ‘300 Giovanni Querini acquistò l’isola di Stampalia che rimase feudo della famiglia sino al 1537, quando venne conquistata dai Turchi, e il cui nome avrebbe in seguito contraddistinto il ramo della famiglia che aveva sede proprio a Santa Maria Formosa.
Nel corso dell’800, un altro Giovanni Querini, filantropo, imprenditore e scienziato nonché ultimo discendente della sua famiglia, decise che tutte le ricchezze e i beni accumulati dalla famiglia nel corso dei secoli sarebbero confluiti in un’apposita Fondazione, allo scopo di promuovere il culto dei buoni studi e delle utili discipline.
Nasceva così la Fondazione Querini Stampalia con sede nell’omonimo palazzo a Santa Maria Formosa, uno dei più interessanti palazzi veneziani.
Centro culturale di notevole rilievo, ospita al primo piano la biblioteca, mentre nel piano nobile sono visitabili i  dipinti, gli arredi, le porcellane, le sculture e tutti gli oggetti d'arte che rendono possibile comprendere il fasto e la ricchezza della dimora storica di un’antica e nobile famiglia veneziana.

Comune di Villa del Conte (PD)

Intervento
Nell’ottica del riuso del patrimonio esistente, con il progetto di recupero dell’edificio ex sede comunale, l’Amministrazione ha inteso restituire un brano importante della storia urbana cittadina per l’uso pubblico a favore della città e del territorio.
La sostenibilità è stata il cardine dei lavori di recupero edilizio dell’edificio che è partita dalla scelta di destinazioni d’uso compatibili, fino all’utilizzo di materiali e tecniche innovative, che hanno permesso l’adeguamento dell’edificio alle esigenze contemporanee. L’edificio, data la sua centralità e la sua originaria destinazione pubblica è divenuto uno spazio civico a disposizione dei cittadini in cui trova spazio la nuova biblioteca civica, info-point territoriale, spazi per associazioni cittadine e una sala polivalente.

Valenza culturale
L’edificio è un palazzo urbano dei primi del ‘900, soggetto a vincolo ai sensi del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, eretto sulla Piazza di Villa del Conte. Rappresenta una delle poche costruzioni storiche eseguite a cavallo tra il XIX e XX secolo, nel centro storico.
E’ sorto sulle ceneri del precedente palazzo municipale, che ospitava alcune aule scolastiche, è opera dell’Ing. Angelo Morico, che ricevette l’incarico dalla Giunta Municipale nel 1894. Nel ‘900 il suo utilizzo era di tipo misto: alcuni ambienti erano destinati ad aule scolastiche, altri come residenza municipale.
Nel corso del secolo scorso le scuole vennero spostate in sede più idonea lasciando quindi spazio al Municipio che lo utilizzò fino al giugno 2003.


Progetti rilevanti realizzati con fondi della L.R. n. 12/2000 (abrogata con L.R. n. 17/2019 art. 40):
 

Comune di Recoaro Terme (VI)

Intervento
L’intervento ha avuto ad oggetto il recupero delle facciate esterne del palazzo della Biblioteca, mediante interventi di pulizia, tinteggiatura, sostituzione pluviali, restauro infissi ed oscuri, ristrutturazione lanterne originali.

Valenza culturale
L’edificio, sito nella parte centrale del centro storico cittadino, fu costruito tra il 1801 ed il 1900 ed è dotato di notevole valore architettonico. L’immobile è di proprietà comunale ed ospita ai piani superiori la biblioteca comunale ed il Museo “La Vita del soldato nella Grande Guerra”. Gli stilemi dell’architettura classica sono pesantemente arricchiti in continui movimenti delle superfici (sfaccettatura a diamante sui contorni delle finestre al piano primo, sfasamento dei conci delle paraste al piano terra) fino ad arrivare alle contaminazioni liberty delle mensole del cornicione. L’intervento ha consentito di risolvere lo stato di degrado delle superfici esterne che comprometteva sia la parte pittorica sia l’intonaco fino all’attaccamento della struttura portante composta da pietrame misto.
 

Parrocchia di San Martino Vescovo a Torre di Mosto (VE)

Intervento
L’intervento di restauro della facciata della chiesa arcipretale è stato suddiviso i due fasi distinte: la prima ha riguardato operazioni di pulitura e rimozione delle dipinture, il consolidamento degli strati superficiali, il consolidamento degli strati profondi e la stuccatura di fessurazioni importanti eseguite sotto livello non integrabili pittoricamente. La seconda fase ha avuto ad oggetto la presentazione estetica del ciclo pittorico ed ha compreso la stuccatura di piccole lacune a livello integrabili pittoricamente e la reintegrazione pittorica generale.

Valenza culturale
Gli Opitergini, emigrati nella laguna fondarono Eraclea già nel VII secolo e diverse chiese nel territorio tra cui una cappella dedicata a San Martino nella riva del Livenza. Nel IX secolo Torre viene indicata come “villa” cioè villaggio, senz’altro dotato di un edificio di culto identificabile con l’attuale Chiesa di San Martino. La chiesa viene ristrutturata nel 1550, nel 1608 e nel 1741. La facciata della chiesa arcipretale è costituita da quattro lesene che sorreggono il cornicione ed il timpano che riproduce l’affresco che rappresenta l’Annunciazione. Al centro è raffigurato San Martino e il Povero in uno spazio allineato con due finestre rettangolari. I due affreschi hanno delle affinità stilistiche con le quattro decorazioni e con l’affresco poste sopra altrettanti altari all’interno della chiesa ed ascrivibili al pittore Paolo De Lorenzi. 

Ultimo aggiornamento: 12-03-2024