Sacrario Militare di Fagarè della Battaglia TV

Sorto sul luogo di un precedente monumento dedicato alla Vittoria del Piave l’anno successivo alla fine del conflitto, il Sacrario di Fagarè, complementare a quello del Montello, fu decretato dal regime fascista e compiuto nel 1935, su progetto di Pietro Del Fabro.

L’architettura propone una sorta di esedra o portico curvilineo a nove arcate, con altrettante brevi navate radiali, che ospitano sulle pareti i loculi marmorei, ove sono raccolte le spoglie di 5.191 soldati identificati e di 5.350 ignoti. Vi si segnalano inoltre le sepolture di due decorati con Medaglia d’Oro al Valor Militare, tenente colonnello Ernesto Paselli e maggiore Francesco Mignone. Riposa qui anche un ufficiale della croce rossa americana, tenente Edward McKey, amico personale dello scrittore Ernest Hemingway; in suo ricordo l’autore compose una poesia, il cui testo è leggibile nella cappella centrale del monumento. Sulla fronte dell’esedra, il fregio riporta un verso della celebre Canzone del Piave, composta nel 1918 da Ermete Giovanni Gaeta, noto con lo pseudonimo di E.A. Mario. Nel giardino del sacrario sono conservati i frammenti di muro su cui ignoti scrissero, durante la Battaglia del Solstizio, le due famose frasi “È meglio vivere un giorno da leone che cent’anni da pecora” e “Tutti eroi. O il Piave o tutti accoppati”. All’interno è allestito il Museo della Guerra 1915-1918, piccola realtà espositiva che ha sede entro il corpo terminale di sinistra, con una serie di armi, cimeli, foto, documenti e testimonianze del primo conflitto mondiale, a corredo della visita memoriale al Sacrario.


Il Piave mormorò non passa lo straniero

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