800 anni UNIPD: Scoperte

La legge sulla caduta dei gravi, Galileo Galiei

Galileo Galilei nacque a Pisa nel 1564 e dai 10 anni crebbe a Firenze dove compì i primi studi.
Per la formazione universitaria, il padre scelse per lui la scuola pisana di filosofia. Galileo iniziò ad applicarsi alla matematica solo dal 1583 e principalmente da autodidatta. Giunse a Padova nel 1592 per ricoprire la prestigiosa cattedra di matematica, dopo aver praticato come docente a Pisa dal 1589. Qui restò fino al 1610: più tardi avrebbe ricordato il periodo padovano come “li diciotto anni migliori di tutta la mia età”. È proprio in questa città che Galilei trascorse gli anni più proficui per i suoi studi: scrisse numerosi testi all’origine delle sue concezioni mature (soprattutto in meccanica), produsse strumenti, elaborò teorie che si sarebbero rivelate rivoluzionarie. Stabilì rapporti, tra gli altri, con Gianfrancesco Sagredo, uno dei protagonisti del Dialogo, e con Paolo Sarpi. Proprio in una lettera del 1604 a quest’ultimo compare la formulazione di Galileo della legge sulla caduta dei gravi. In quello stesso anno un ex dipendente dello scienziato lo denunciò all’Inquisizione padovana per scarso zelo religioso (compilava oroscopi per venderli e intratteneva una relazione non matrimoniale), ma la denuncia non ebbe corso.
In quel periodo iniziò l’osservazione della “stella nova”, sulla quale tenne delle lezioni pubbliche.
Pubblicò il "Sidereus nuncius" nel 1610. Il trattato è il frutto delle osservazioni astronomiche fatte da Galileo con un nuovo strumento, chiamato più tardi “telescopio”, che lui stesso aveva ricostruito su informazioni indirette. Galileo viveva in quel periodo in via dei Vignali 17 (oggi via Galileo Galilei): fu probabilmente dal cortile della sua casa che osservò quell’anno anche gli anelli di Saturno. Le affermazioni riportate sul Nuncius, inizialmente contestate dall’aristotelismo accademico e dai seguaci della tradizione astronomica, vennero progressivamente recepite, portando all’accentuarsi della crisi della cosmologia aristotelica e del modello geocentrico, e consolidando in Galileo l’adesione a quello eliocentrico di Nicolò Copernico.
La notorietà conseguente al Nuncius portò al Galilei la nomina a ‘matematico e filosofo’ del granduca di Toscana, Cosimo II, e a un compenso accresciuto: nel 1610 lasciò quindi Padova per trasferirsi definitivamente a Firenze, libero da impegni d’insegnamento.
 

La circolazione sanguigna, William Harvey

Il medico inglese, scopritore della circolazione del sangue, è fra i 40 studenti stranieri illustri ritratti da Gian Giacomo Dal Forno nella sala che precede l’Aula Magna.
Giunse a Padova nel 1599 dopo aver già iniziato i suoi studi a Cambridge. Consigliere della natio Anglica, si laureò in filosofia e medicina il 25 aprile 1602. Tornato in Inghilterra, nel 1615 insegnò anatomia e fisiologia al Royal College of Physicians e nel 1642 ebbe la direzione del Merton College di Oxford. I suoi insegnamenti e i suoi studi sono profondamente radicati alla lezione padovana, che lo portarono ad avere, per primo, la visione completa della circolazione del sangue. In questo, lo Studio padovano gli fornì gli strumenti conoscitivi, ma anche e soprattutto metodologici, per elaborare la dimostrazione della circolazione del sangue, che espresse nella sua "Exercitatio anatomica de motu cordis et sanguinis in animalibus" (1628).
L’insegnamento di Girolamo Fabrici d’Acquapendente ebbe una tale influenza su Harvey, che questi utilizzò una figura del trattato sulle vene del maestro e basò molti dei suoi argomenti a sostegno della circolazione del sangue sull’azione delle valvole delle vene.
In tema di cardiocentrismo e di movimento circolare, Harvey trasse ispirazione dalla lezione di Aristotele, del quale si considerava un discepolo fedele. Di aristotelismo era impregnato anche l’ambiente padovano, il cui Studio prevedeva cattedre di filosofia ordinaria e straordinaria in cui veniva svolto ampiamente il programma aristotelico, come negli insegnamenti di Cesare Cremonini. Inoltre, nella dimostrazione della sua teoria sull’emodinamica, Harvey applicò il principio galileiano della misurazione: la massa del sangue che passa attraverso il cuore o un grosso vaso nell’unità di tempo è talmente grande che deve trattarsi del ritorno periodico della stessa sostanza.

 

Primo prototipo al mondo di veicolo con motore a scoppio, Enrico Bernardi

Enrico Bernardi si laureò in matematica all’Università di Padova nel 1863 e nel 1879 vinse il concorso per la cattedra di macchine dell’Ateneo dove rimase come docente e direttore del Gabinetto di Macchine (poi Istituto) fino al 1915.
A Padova, tra il 1882 e il 1889, brevettò un modello innovativo di motore a scoppio ad azione diretta, destinato all’uso industriale e al trasporto, con applicazione ai veicoli e alle moto; un prototipo di cui esistono cinque esemplari al mondo e di cui quello padovano è l’unico funzionante senza alcuna alterazione dei meccanismi e dispositivi originali.
L’ingegnere veronese è considerato uno dei principali protagonisti dello sviluppo dell’automobile in Italia. Tra il 1894 e il 1899, infatti, costituì con altri la Società Italiana Bernardi per la produzione di autoveicoli (fondata cinque anni prima della Fiat), la prima azienda italiana a costruire automobili e a produrre a livello industriale proprio la vettura di Bernardi.
La sua attività e creatività d’ingegnere è ben visibile anche nei molti reperti conservati al Museo di Macchine dell’Università di Padova a lui dedicato che raccoglie i principali esempi di motore a combustione interna che hanno segnato la storia motoristica in Europa nella seconda metà dell’Ottocento, tutti costruiti (anche se non ideati) da Bernardi nei suoi anni padovani. Tra questi, il motore atmosferico, la motrice Pia (motore adatto alla piccola industria, brevettato nel 1882 e costruito per la figlia per applicarlo alla sua macchina da cucire), il carrello mono ruota usato per spingere una bicicletta (precursore dei moderni moto scooter), la vettura a tre ruote e molti altri ancora.


Primo trapianto di cuore in Italia, Vincenzo Maria Gallucci

La notte tra il 13 e il 14 novembre 1985 un cuore si arrestò, il tempo tra due battiti si dilatò da pochi istanti a ore, prima di tornare a battere nel petto di un’altra persona. Vincenzo Maria Gallucci, cardiochirurgo e professore universitario, con il cuore di Francesco Busnello, un diciottenne trevigiano appena deceduto per un incidente stradale, veniva dall’ospedale di Treviso, dove era stato fatto l’espianto; ad aspettarli nel reparto di cardiochirurgia di Padova c’era il torace già aperto di Ilario Lazzari, un falegname di Vigonovo affetto da una grave forma di miocardiopatia dilatativa.
A dare a Vincenzo Gallucci la fama fu il trapianto di cuore che eseguì quella notte, primo in Italia. Aveva ridato vita e speranza a un uomo e a tanti altri malati, che da allora non sarebbero stati più costretti ai “viaggi della speranza” oltreoceano.  Schivo e taciturno, tenace e determinato, di impenetrabile intima timidezza, incredibilmente gentile, colto e pieno di umanità, aveva una dialettica e una logica sintetica, un’asciutta gestualità. Insegnava agli allievi con l’esempio, con pochissime parole sussurrate nei momenti meno attesi.
La sua abilità chirurgica era frutto di anni di studio e lavoro incessanti e assidui, prima a Padova nel gruppo di Pier Giuseppe Cevese, poi a Parigi nel centro cardiochirurgico dell’Hôpital Broussais e, infine, in America. Qui trascorse cinque anni, al Memorial Hospital di Charlotte diretto da Paul W. Sanger, dove lavorò a fianco di Francis Robicsek, esperto di cardiopatie congenite, e alla Baylor University di Houston al fianco di due colossi della cardiochirurgia come Michael DeBakey e Denton Cooley.
Gallucci tornò a Padova nel 1969 nella clinica chirurgica diretta da Cevese. Fu l’inizio di una brillante carriera: negli anni successivi ottenne il primariato del centro di cardiochirurgia e la cattedra di chirurgia cardiovascolare all’università di Padova.

Testi a cura dell'Università degli Studi di Padova, Ufficio Comunicazione, Area Comunicazione e marketing


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Ultimo aggiornamento: 29-12-2023