Comune di Verona. Biblioteca civica

La Biblioteca civica di Verona nacque dall'unione, decisa dal consiglio comunale della città scaligera nel 1790, delle biblioteche degli ordini religiosi soppressi dei benedettini di San Zeno e dei gesuiti di San Sebastiano, acquisite dal Comune ad uso dei cittadini tra il 1770 e il 1784, e dei libri donati alla città, con preciso vincolo di destinazione pubblica, dal conte Aventino Fracastoro. Prima sede della Biblioteca fu l'oratorio del Collegio dei Gesuiti di San Sebastiano, destinato ad uso di "publica libreria" con delibera consigliare del 27 gennaio del 1791. Istituita ufficialmente con altra deliberazione del 1792, la Biblioteca venne aperta al pubblico solamente nel 1802, a conclusione di indispensabili lavori di adeguamento dei locali e inventariazione dei volumi. Il successivo incremento del patrimonio librario e documentario, conseguenza dell'incameramento di altre biblioteche monastiche (Filippini, Cappuccini, Carmelitani e Camillani) e di doni e lasciti testamentari di famiglie e privati, rese presto insufficienti gli spazi dell'oratorio. Pertanto, nel 1867, vennero adibiti a uso dell'istituto anche gli ambienti dell'attiguo convento dei Gesuiti. Lo stesso anno furono affiancati alla biblioteca gli Antichi archivi veronesi, nucleo originario degli attuali Archivio di Stato di Verona e Archivio generale del Comune, ugualmente ospitati presso l'ex convento gesuitico (fino alla seconda guerra mondiale). La vasta sede bibliotecaria ricavata nel 1939 nella chiesa di San Sebastiano fu purtroppo quasi completamente distrutta dal bombardamento aereo del 4 gennaio 1945, che causò ingenti danni anche al patrimonio ivi conservato, in particolare alla raccolta di carte geografiche e incisioni. Nel dopoguerra il direttore Vittorio Fainelli, affiancato da Mario Carrara e da Olindo Viviani, attuò un programma di riorganizzazione dell'istituto, con il restauro delle sale storiche, il riordino del magazzino librario, il recupero dei cataloghi e l'ammodernamento degli arredi. Poco dopo il 1958 l'istituto mutò la propria denominazione da biblioteca "comunale", aggettivo percepito come sorpassato, a biblioteca "civica". Tra il 1974 e il 1980 sull'area bombardata venne realizzato un edificio destinato ad accogliere il nuovo magazzino librario e la sala convegni, progettato dall'architetto Pierluigi Nervi. Oggi la Biblioteca civica costituisce il più importante istituto di conservazione di Verona dopo la Biblioteca capitolare e vanta un patrimonio inestimabile, che ammonta a circa 700.000 volumi a stampa, 8000 cinquecentine, 1200 incunaboli, 20.000 edizioni antiche, numerosi fondi documentari personali e di famiglie (per un totale di oltre 1600 buste), un fondo di oltre 2500 manoscritti, oltre a fotografie, incisioni, stampe, disegni, piante, mappe, cartoline e carte geografiche. Attualmente rientrano tra le competenze della Biblioteca civica la gestione del Centro studi internazionale Lionello Fiumi, punto di riferimento per lo studio dell'opera del poeta trentino e in generale della letteratura italiana del primo Novecento (originariamente con sede nell'abitazione di Fiumi, al civico Anfiteatro 9, oggi in parte trasferito presso la Biblioteca) e del Centro di documentazione sulla poesia contemporanea intitolato al poeta veronese Lorenzo Montano.

Dettagli

Indirizzo

via Cappello, 43 - 37121 Verona (Verona)

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