statua / Cavallo / Età romana/ secc. II d.C./ III d.C.

Cavallo
I cavalli furono presi a seguito della conquista di Bisanzio del 1204, durante la IV Crociata e inviati a Venezia dal doge Enrico Dandolo. Furono poi esposti sulla facciata della Basilica.

Descrizione

Il cavallo è ritratto nell'istante in cui solleva la zampa destra anteriore e spinge la posteriore avanti. La scultura è stata realizzata in bronzo con la tecnica di fusione a cera perduta, poi dorata. La superficie è stata infine graffiata con uno strumento sottile. Il cavallo, dalla corporatura possente, ha un muso dalla morfologia allungata definito nei dettagli: si rilevano infatti i piccoli occhi a mandorla, l'ampia ganascia, che aderisce all'impalcatura ossea sottostante, la morbida barbozza appena sotto il mento pronunciato e solcato dalle pieghe della bocca. Essa è forzatamente aperta laddove il morso, tirato dalle redini, andava a intervenire sull'animale per mantenerne la postura arrotondata del collo. La criniera è corta e a spazzola, tranne nel punto in cui sulla cima della nuca un ciuffo è raccolto verso l'alto in un nodo. Sopra al petto, si trova un collare, che fungeva da finimento utile al traino di un carro e da bardatura del destriero. Sulla superficie emergono in negativo le tracce della testiera e delle bardature oggi perdute. Sugli zoccoli e sui finimenti sono incise cifre romane.

Dettagli

Tipologia

Beni Archeologici

Collocazione specifica

Basilica di San Marco

Localizzazione geografico-amministrativa attuale

VENEZIA (VENEZIA)

Materia tecnica

bronzo/ fusione a cera persa/ doratura

Misure

cm. 238

Definizione culturale

ambito romano

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MUSEO DI SAN MARCO
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MUSEO DI SAN MARCO

Il 12 maggio 1797 si conclude la millenaria storia della Repubblica Serenissima. La basilica di San Marco termina il ruolo di cappella ducale per diventare la nuova cattedrale di Venezia.La Fabbriceria di San Marco si occuperà da questo momento in avanti della conservazione del monumento bisognoso di numerose opere di consolidamento della struttura architettonica e degli elementi decorativi. Dopo cinquant'anni circa Pietro Saccardo, fabbriciere dal 1861 e proto di San Marco dal 1887 definirà il progetto di un museo della basilica in cui ordinare ed esporre al pubblico le opere d'arte che avevano fatto parte dei preziosi arredi della chiesa ducale. I locali vengono individuati nelle stanze sopra il nartece, nell'ala nord-ovest e riuniti in un'unica area.Gli sforzi del Saccardo verranno però bruscamente interrotti dal crollo improvviso del campanile nel 1902, che porta all'azzeramento dei responsabili della Fabbriceria, mentre al proto vengono attribuite gravissime responsabilità. Nel nuovo secolo, inoltre, per San Marco si pongono ulteriori gravi problemi conservativi, mentre incalzano drammatici eventi che portano alla prima guerra mondiale. Il Museo di San Marco, ideato da Pietro Saccardo, sarà aperto soltanto nel 1927 dal proto Luigi Marangoni. In occasione della nuova sistemazione con ampliamento degli spazi espositivi, il Museo, oltre che custodia, è stato concepito come strumento per introdurre alla comprensione dell'imponente eredità spirituale, culturale e materiale costituita dalla basilica di San Marco e come percorso attraverso oggetti di culto e opere d'arte che sono parte di questo patrimonio. La collocazione museale della quadriga marciana nel 1982 e i restauri di molti beni tra gli anni ottanta e novanta hanno imposto una revisione dell'area espositiva, avviata fin dal 1986. Il Museo di San Marco si articola ora in tre sezioni: i Mosaici, i Tessili, la Quadriga e l'Antico, ovvero i segni del potere dogale, sintesi ideologica dell'eredità marciana.L'esposizione si sviluppa negli spazi del piano soprastante l'atrio-nartece. La struttura in mattoni a vista, costituita da un alternarsi di archi e pennacchi che reggono le cupole di copertura, ripete la tipologia costruttiva della basilica.La visita si conclude sulla terrazza per ammirare l'area marciana verso la piazza, il Palazzo Ducale, il molo e, lontano, l'isola di San Giorgio, cuore della città e dell'antico stato. (...)