rilievo / secc. III-IV d.C.
Il rilievo proviene dallantica Costantinopoli, ove faceva parte della decorazione del Philadelphion, un complesso monumentale da cui peraltro forse proviene anche la testa, sempre in porfido rosso, del cosiddetto Carmagnola, in realtà un ritratto di Giustiniano (o di un altro imperatore). La conferma della provenienza del rilievo è data dal recupero del piede mancante, avvenuto ancora nel 1965, nel corso di scavi urbani presso la vicina chiesa di Myrealion. Secondo alcuni studiosi, al di là del forte significato ideologico politico, lopera deve essere interpretata proprio alla luce dellapparato decorativo del Philadelphion, per alcune particolari valenze semantiche connesse con teorie di natura cosmologico-aritmologica.
Il rilievo fece poi parte del bottino che i veneziani saccheggiarono ai tempi della Quarta Crociata del 1204. Di questa origine se ne perse memoria già allepoca del Rinascimento; essa fu ricostruita solo nel XIX secolo da Emanuele Cicogna, per essere messa ancora in discussione nel corso della prima metà del Novecento, quando poi la questione venne definitivamente risolta.
La collocazione del rilievo nellangolo sud-ovest della facciata sud della basilica, pienamente visibile, contribuì ad alimentare nei secoli la fantasia popolare che si dimenticò completamente dellorigine dei quattro personaggi, per creare invece leggende e storie fantasiose, in cui essi, variamente interpretati, divenivano i protagonisti di una vicenda tragica, la ricerca di un prezioso tesoro che li avrebbe poi condotti a morire luno contro laltro. E stato però notato come questo tema, pur alimentato da una facile suggestione legata al colore sanguigno del porfido e allaspetto minaccioso dei personaggi, abbia potuto rivestire un valore simbolico connesso alla messa in opera del rilievo sullangolo del Tesoro Marciano, tra la Basilica e Palazzo Ducale, in funzione apotropaica a difesa di un monumento che rappresentava il centro del potere della Repubblica veneziana.
Il rilievo è databile alletà tardo-romana (III-IV sec. d.C.), anzitutto sulla base dellidentificazione delle figure maschili rappresentate, per quanto le diverse opinioni degli studiosi a riguardo possano far oscillare di qualche decennio linquadramento cronologico. A deporre a favore delletà tardo-romana, sono anche le caratteristiche stilistiche, in particolare la rigida struttura volumetrica, il trattamento decorativo delle superfici e la poderosa sintesi espressiva dei volti.