L’isola di San Servolo raccontata da Andrea Molesini

Entrarono in un salone con finestre grandi e sbarrate che davano sulla laguna. Una piccola folla di facce possedute da una rabbia mansueta smise di fare quel che faceva.”

Quegli occhi, spenti o avvampati, seguivano i due intrusi: vedevano grossi calabroni pronti a pungere. Dal soffitto altissimo penzolavano lampadine dalla luce così debole che era difficile leggere i lineamenti di quegli uomini alla deriva

 

Lo scoppiettare del motore non riusciva a far dimenticare lo smisurato silenzio della laguna. Poi l’ultimo azzurro del cielo, striato dai differenti arancioni del tramonto, la sagoma bassa e rossa del Lazzaretto, quella alberata di San Lazzaro, e i punti esclamativi dei campanili di San Marco e di San Giorgio rasserenarono un poco l’animo della marchesa”.

da “Presagio”, Andrea Molesini

 

In “Presagio” Molesini mette in scena la storia di una fuggevole passione tra il commendatore Niccolò Spada - fondatore e direttore dell’albergo, “inventore” del turismo al Lido di Venezia (grande imprenditore realmente esistito) nonché nonno dell’autore - e la bella, misteriosa e disinibita marchesa italo-austriaca Margarete von Hayek.

La fascinosa marchesa si trova al Lido non per piacere ma per occuparsi di una persona a lei molto cara, rinchiusa nella vicina San Servolo - l’Isola dei matti - a cui si riferisce il brano.

Il secondo passo racconta il percorso in vaporetto che Margarete von Hayek compie dall’isola del Lido fino all’isola di San Servolo, la destinazione del suo viaggio.

L’Isola di San Servolo, con il suo complesso monumentale e il suo verdeggiante giardino, fu per molto tempo sede conventuale di monaci Benedettini prima e monache Benedettine, Domenicane e Francescane - provenienti dall’Isola di Candia - poi. Dopo vari utilizzi in ambito sanitario, verso la fine del Settecento venne trasformato in ospedale per malati di mente fino alla riforma della psichiatria, che portò alla sua chiusura (1978).

Oggi è possibile visitare, oltre all’antica farmacia, alla chiesa e al parco, il Museo del Manicomio di San Servolo, suddiviso in vari settori: laboratorio, ambulatorio, manufatti didattici, malati e terapie, contenzione, manufatti e produzione dei malati, mantenimento ed alloggi, sala anatomica e rassegna fotografica.

 

I testi sono tratti dal libro "I luoghi degli scrittori veneti", a cura di Sergio Frigo, 2018, ME Publisher - Mazzanti Libri, Venezia. Su gentile concessione.

Links:

Museo del Manicomio di San Servolo
Bibliografia Andrea Molesini
Bibliografia San Servolo

Percorsi in cui la tappa è presente

Le isole della laguna veneziana narrate dagli scrittori veneti
Percorso culturale

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Solo un lungo esercizio di spostamenti, eradicazioni, rotture di ogni accertata prospettiva e abitudine potrebbe forse portarci nelle vicinanze di questi luoghi.