Gioiello architettonico del Rinascimento vicentino, il Santuario della Madonna dei Miracoli di Lonigo è il monumento che più ha influenzato non solo la vicenda artistica e devozionale ma anche quella sociale, economica e culturale del territorio.

Fondato nel 1486 dai monaci olivetani sui ruderi di una cappella campestre dopo alcuni eventi miracolosi, la chiesa divenne da subito meta di pellegrinaggi e i suoi annessi sede di ben tre fiere annuali, una delle quali perdura ancor oggi. A testimonianza di questa devozione rimangono un migliaio di offerte votive donate in cinque secoli. Sono oggetti di preziosa fattura conservati nel museo annesso al santuario, presentati da miracolati provenienti da tutta Italia: dai più classici cuori d’argento, ai ricami, ai 100 stendardi ricamati e offerti dalle madri del luogo per il ritorno dei figli dalla Grande Guerra, e ancora gioielli, lampade votive, sculture, ex voto oggettuali, oltre 200 ex voto anatomici in lamina.



Ma ciò che rende unico il museo di Lonigo e ne consiglia la visita è la raccolta di 360 dipinti votivi. Per la maggior parte sono tavolette dipinte che narrano i miracoli e le grazie concesse dalla Vergine di Lonigo. La raccolta leonicena, che va dalla fine del XV alla fine del XIX secolo, è la più interessante del genere, non solo per la qualità e la quantità delle tavolette, ma per la presenza di almeno una decina di rari esempi di fine Quattrocento che solo pochi santuari in Italia possono vantare. Quella donata da Felipo Campese il 3 giugno1491 è la più antica tavoletta italiana databile con certezza.