Leopardi 01/01/1514 - 04/11/1860

Comprende documentazione concernente l'attività di vari membri della famiglia e principalmente dei discendenti di Leopardo e Alberto, figli di Filiase (morto nel 1444), dagli anni Trenta del Quattrocento alla metà dell'Ottocento. Conserva quindi instrumenti e altre scritture private come testamenti, contratti di matrimonio e doti, documentazione relativa a liti, corrispondenza, carte di contabilità e amministrazione, in prevalenza dei secoli XVII - XVIII. Rari sono i documenti anteriori al Cinquecento, per lo più scritture ove si confermano titoli di investitura e proprietà, allegate agli atti giudiziari di fascicoli processuali, così come scarsamente rappresentata all'interno del fondo risulta la documentazione di natura contabile e quella relativa all'ultimo mezzo secolo di vita della famiglia a Lendinara. Da ultimo, il fondo conserva alcune carte successive alla morte dell'ultimo discendente maschio del casato, Antonio, relative alla liquidazione di debiti e ad altre questioni economiche pendenti sull'eredità (corrispondenza tra Bellino Stroppa, procuratore degli eredi Leopardi, e Giovanni Battista Conti, ecc.).

Dettagli

Tipo

Fondo

Datazione

01/01/1514 - 04/11/1860

Consistenza

2 registri, 2 quaderni, 2 mazzi, 156 fascicoli

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Comune di Lendinara. Biblioteca comunale Gaetano Baccari
Archivi

Comune di Lendinara. Biblioteca comunale Gaetano Baccari

Il 23 agosto 1787 l'assemblea municipale di Lendinara stabilì, con proprio decreto, di assegnare a don Gaetano Baccari (1752 - 1839) un contributo annuo di 20 ducati per l'incremento della sua biblioteca personale, da quel momento considerata "pubblica libreria" a disposizione dei lendinaresi, sebbene formalmente ancora di proprietà del sacerdote e bibliofilo lendinarese. Primo bibliotecario "pubblico", come si legge nel decreto, fu lo stesso Baccari, ideatore e principale sostenitore della nascita dell'istituto, il quale ricoprì l'incarico fino alla morte. La cessione al Comune di Lendinara della raccolta di Baccari, costituita da 7381 volumi, venne ufficializzata, con atto notarile, il 6 dicembre 1834. Espressione dello spirito culturale illuminista, perlomeno dal punto di vista delle finalità pubbliche per cui venne istituita, la Biblioteca ha avuto numerosi sedi: casa Mischiatti, casa Lonigo (attuale Ca' Dolfin Marchiori, dal 1832), scuola tecnica di via San Francesco (dal 1875), sede della Società operaia di mutuo soccorso in via Garibaldi (dal 1896), Palazzo Perolari Malmignati (dal 1928), Palazzo Malmignati Conti Boldrin (dal 1943 a oggi). A partire dall'Ottocento il suo patrimonio si è notevolmente arricchito grazie a numerosi doni o acquisti di fondi librari privati e di ordini religiosi soppressi, tra cui le biblioteche dei Cappuccini di Lendinara (ante 1869), della Società operaia di mutuo soccorso (1940), delle famiglie Brillo Gherardini (1865) e Perolari Malmignati e di Giulio Conti (1872), Repossi (1878), Brunetto Boldrin (1941 circa), Antonio Cappellini (1958), Pietro Frizziero (2015) e Gianfranco Martini (2016). Nel 1981 la Biblioteca è stata intitolata a don Gaetano Baccari. Attualmente il suo patrimonio librario è stimato a oltre 24.000 volumi, di cui 10.000 circa conservati nella sezione antica (compresi 19 incunaboli e 837 cinquecentine) e 13.000 circa nella sezione moderna. Inoltre, l'istituto conserva e rende fruibili al pubblico l'archivio storico del Comune (trasferito a Palazzo Malmignati Conti Boldrin nel 1990) e diversi fondi fotografici e archivistici personali e di famiglia. Di recente la Biblioteca è entrata a far parte, con il Museo del Risorgimento in Polesine (aperto al pubblico il 22 ottobre 2016) e il Museo degli artisti polesani (in via di costituzione), del polo culturale cittadino "Cittadella della cultura", inaugurato il 23 maggio 2015, con sede presso Palazzo Malmignati Conti Boldrin. (...)