Malmignati 01/01/1581 - 26/11/1921

Si tratta dell'archivio pertinente al ramo della famiglia discendente da Lorenzo (marito di Elisabetta Lupati e promotore nel 1512 della fondazione del Monte di Pietà di Lendinara), figlio e nipote rispettivamente di Paolo (o Polo) e Paride Malmignati che per primi giunsero a Lendinara, da Ferrara, attorno alla metà del Quattrocento. Il fondo copre quasi l'intero periodo di attività dei Malmignati a Lendinara, assai scarsa e per lo più in copia è la documentazione disponibile per i secoli XV e XVI, e comprende in prevalenza scritture notarili (testamenti, doti, contratti di compravendita, affitto e permuta di immobili, ecc.), fascicoli processuali e documenti di natura amministrativa e contabile legati alla gestione del patrimonio. E' presente inoltre corrispondenza legata all'attività di alcuni membri della famiglia. Precisamente l'archivio conserva: carteggio amministrativo intercorso tra la vedova di Giovanni Battista, Isabella Parma, e gli agenti di famiglia, Bellino e Giuseppe Baccaglini, dal 1822 al 1829; corrispondenza personale di Teresa de Lazara (? - 1868), moglie di Antonio Malmignati; carteggio relativo all'attività pubblica dei fratelli Giovanni Battista, Giorgio e Antonio, compreso tra la fine del Settecento e gli anni Venti dell'Ottocento, in parte non ordinato (frammisto a documentazione di tutt'altra natura) e in parte sistemato in fascicoli con titoli originali ("Lettere Presidenza generale Castagnaro", "Magistrato acque", "Lettere a Giovan Battista Malmignati podestà di Lendinara", "Atti riservati del podestà Giovanni Battista Malmignati 1812-13-14"). Si conservano poi alcuni quaderni, raccolte di rime e appunti scolastici (di filosofia, storia, letteratura e lingua latina, geometria e fisica) dei fratelli Enea e Cesare Maria (1718 - 1775) e di Girolamo (1829 - 1869). I documenti più recenti sono riconducibili all'attività di Maria (? - 1925), figlia di Girolamo. Il fondo si presenta fortemente destrutturato, fatta eccezione per un gruppo di documenti compresi tra la metà del XIX secolo e gli anni Venti del Novecento, molti dei quali relativi alla gestione di beni lasciati in eredità ai Malmignati da altre famiglie, sistemati in buste contrassegnate da lettere dell'alfabeto (A, B, C, E) e dotate di sommario (dei faldoni originali ci è giunta solo la parte anteriore che riporta, appunto, l'elenco dei fascicoli conservati all'interno). Lo stato di disordine in cui versa la documentazione è in parte originario, come si deduce dall'assenza di strumenti di corredo e di segnature sulle carte riconducibili a interventi passati di ordinamento complessivo dell'archivio, e in parte conseguenza delle disastrose vicende conservative che hanno segnato la storia archivistica del fondo, per le quali si rimanda alla scheda del complesso archivistico.

Dettagli

Tipo

Fondo

Datazione

01/01/1581 - 26/11/1921

Consistenza

52 buste, 6 registri

Produttori correlati

Malmignati
Soggetti Produttori Archivi

Malmignati

Archivio correlato

Comune di Lendinara. Biblioteca comunale Gaetano Baccari
Archivi

Comune di Lendinara. Biblioteca comunale Gaetano Baccari

Il 23 agosto 1787 l'assemblea municipale di Lendinara stabilì, con proprio decreto, di assegnare a don Gaetano Baccari (1752 - 1839) un contributo annuo di 20 ducati per l'incremento della sua biblioteca personale, da quel momento considerata "pubblica libreria" a disposizione dei lendinaresi, sebbene formalmente ancora di proprietà del sacerdote e bibliofilo lendinarese. Primo bibliotecario "pubblico", come si legge nel decreto, fu lo stesso Baccari, ideatore e principale sostenitore della nascita dell'istituto, il quale ricoprì l'incarico fino alla morte. La cessione al Comune di Lendinara della raccolta di Baccari, costituita da 7381 volumi, venne ufficializzata, con atto notarile, il 6 dicembre 1834. Espressione dello spirito culturale illuminista, perlomeno dal punto di vista delle finalità pubbliche per cui venne istituita, la Biblioteca ha avuto numerosi sedi: casa Mischiatti, casa Lonigo (attuale Ca' Dolfin Marchiori, dal 1832), scuola tecnica di via San Francesco (dal 1875), sede della Società operaia di mutuo soccorso in via Garibaldi (dal 1896), Palazzo Perolari Malmignati (dal 1928), Palazzo Malmignati Conti Boldrin (dal 1943 a oggi). A partire dall'Ottocento il suo patrimonio si è notevolmente arricchito grazie a numerosi doni o acquisti di fondi librari privati e di ordini religiosi soppressi, tra cui le biblioteche dei Cappuccini di Lendinara (ante 1869), della Società operaia di mutuo soccorso (1940), delle famiglie Brillo Gherardini (1865) e Perolari Malmignati e di Giulio Conti (1872), Repossi (1878), Brunetto Boldrin (1941 circa), Antonio Cappellini (1958), Pietro Frizziero (2015) e Gianfranco Martini (2016). Nel 1981 la Biblioteca è stata intitolata a don Gaetano Baccari. Attualmente il suo patrimonio librario è stimato a oltre 24.000 volumi, di cui 10.000 circa conservati nella sezione antica (compresi 19 incunaboli e 837 cinquecentine) e 13.000 circa nella sezione moderna. Inoltre, l'istituto conserva e rende fruibili al pubblico l'archivio storico del Comune (trasferito a Palazzo Malmignati Conti Boldrin nel 1990) e diversi fondi fotografici e archivistici personali e di famiglia. Di recente la Biblioteca è entrata a far parte, con il Museo del Risorgimento in Polesine (aperto al pubblico il 22 ottobre 2016) e il Museo degli artisti polesani (in via di costituzione), del polo culturale cittadino "Cittadella della cultura", inaugurato il 23 maggio 2015, con sede presso Palazzo Malmignati Conti Boldrin. (...)