Borella

Origini e cenni storici
 

È il gioco tradizionale per eccellenza dei contadini della marca trevigiana, sia per il materiale, legno di acero campestre (òpio) un tempo diffusissimo nelle siepi e come sostegno per le viti, sia per i luoghi in cui veniva praticato ossia nei cortili delle case di campagna, nelle osterie o tra i filari delle viti.

Sull’antichità della diffusione della “borella” esistono varie testimonianze che risalgono alla fine del Cinquecento nel trevigiano, nonché articoli e citazioni recenti che testimoniano la pratica del gioco anche nelle province di Venezia e Padova. Progressivamente il gioco sembra essersi dissolto nel nulla. Sopravvive ancora in qualche circolo anziani nel trevigiano.

 

Regole del gioco

 

La “borella” si giocava con una grossa boccia di òpio, del peso da 0,5 a 1 kg in base alla lunghezza della pedana, e tre birilli di legno alti circa 70 cm, chiamati “sòni”. L’obiettivo era quello di colpire al volo i tre birilli messi in fila.

Il giocatore che abbatte tutti e tre i sòni con una sola palla fa San Martìn (espressione che si usa per indicare che tutto è stato distrutto dopo una grandinata); se invece ne abbatte due fa Gambarèl.

 

Radicamento e diffusione nel territorio veneto
 

Nel Veneto è presente con una comunità ludica a Casale sul Sile (TV) ed altre comunità della zona.

Borella: Società censite
 

PROV. COMUNE SOCIETA'
TV Casale sul Sile Gruppo Amici della Borella


 

 

Foto di Massimo Samaritani. Fonte: https://tocati.it/ 

Fonte dati: Associazione Giochi Antichi

 

Ultimo aggiornamento: 04-03-2024