ASAC Archivio Storico delle Arti Contemporanee di Venezia

Porto Marghera (VE) – Via delle Industrie, 23/9    

La collezione d'arte della Biennale di Venezia, nota come Fondo artistico dell'ASAC (Archivio Storico delle Arti Contemporanee), consta di oltre 3.000 opere datate tra il 1895, anno di fondazione dell'istituzione, ad oggi. Si tratta di una vasta raccolta piuttosto eterogenea, formatasi nel tempo in modo occasionale, come molte collezioni pubbliche non ordinate sin dal loro nascere da un preciso progetto, e che riflette, nella sua estrema varietà tipologica, la caratteristica struttura multidisciplinare dell'istituto che la conserva. Il Fondo è costituito da alcuni significativi nuclei attraverso i quali è possibile ripercorrere, non esclusivamente, come ci si potrebbe immaginare, i movimenti che hanno caratterizzato l'arte del XX secolo, ma piuttosto la storia estremamente variegata e ricca di risvolti ancora da approfondire di una istituzione che, con i suoi più di cento anni di vita, documenta interessanti evoluzioni del gusto e non solo.
Da questo punto di vista, tra le opere più significative presenti nella collezione si segnalano dipinti, progetti, schizzi e oggetti realizzati per allestimenti, manifesti, cataloghi, come le grandi tele decorative di Chini, i bozzetti di Augusto Sezanne, Fini, Lewitt, Mirò, Giò Pomodoro, Scarpa, Sottsass, non sempre capolavori, ma in ogni caso certamente sempre interessanti reperti di una storia prestigiosa e certamente unica. La sezione più nota della collezione è costituita dalle donazioni di artisti italiani e stranieri vincitori di un premio, oppure da artisti italiani invitati alla Biennale. Si tratta di sculture, dipinti, disegni e stampe prevalentemente realizzati dopo il 1948, opere tra le quali spiccano quelle di Archipenko, Alechinsky, Bay, Capogrossi, Carena, Casorati, Cassinari, De Pisis, Finotti, Guidi, Greco, Levi, Leoncillo, Mattioli, Morandi, Music, Notari, Masareel, Minguzzi, Pizzinato, Arnaldo Pomodoro, Saetti, Santomaso, Severini, Sironi, Trubbiani, Vedova, Viani, Villon, Zigaina, complessivamente circa duecento lavori. Rilevante appare inoltre il gruppo di opere risalenti alla fine degli anni Sessanta e Settanta: le opere d'arte cinetica e programmata donate in occasione dell'apertura della nuova sala di Ca' Corner della Regina dedicata al critico Umbro Apollonio, direttore dell'Archivio dal 1949 al 1972, comprendente importanti lavori di Alviani, Bill, Biasi, Bonalumi, Dorazio, Castellani, Le Parc, Scheggi, Soto; la collezione dei plurimi prodotti dalla Biennale tra il 1969 e il 1970 nei suoi laboratori sperimentali da Ceroli, La Pietra, Plessi e molti altri; i 200 preziosi videotapes facenti parte del fondo ceduto da Maria Gloria Bicocchi, provenienti dall'ormai leggendario studio Art/ Tapes/ 22 di Firenze. Anche la sezione fotografica della collezione si è formata attraverso donazioni, in questo caso di immagini appartenute alle mostre circolanti prodotte dalla Biennale che si è così arricchita di una straordinaria serie di 160 fotografie di Man Ray e di altrettanto numerose serie di immagini di Roiter e Papa. Successivamente la sezione ha acquisito la mostra Sezioni del paesaggio italiano di Gabriele Basilico, proveniente dalla VI Biennale di Architettura del 1996 e un altro centinaio di foto e negativi donate dagli eredi di Roberto Fontana.
Certamente significativo è anche il nucleo dei bozzetti di scena e di costume (più di cinquecento) commissionati per il Festival di Musica contemporanea e del Teatro di prosa, che annovera tra le opere più interessanti numerose tempere, acquarelli e pastelli di Casorati, Frigerio, Guttuso, Luzzati, Maccari, risalenti prevalentemente gli anni Quaranta e Cinquanta, e i bellissimi bozzetti realizzati da Vedova, insieme ad una grande scena-scultura in bronzo, per l'opera Intolleranza '60 di Luigi Nono. La collezione si compone inoltre di una cospicua sezione dedicata alla grafica con xilografie ed incisioni provenienti dalle mostre di grafica organizzate dalla Biennale di Venezia in America Latina durante gli anni Trenta e numerose cartelle e libri d'artista di autori italiani e stranieri, databili prevalentemente dal dopoguerra agli anni Settanta, di cui segnaliamo il volume Cahier de George Braque 1917-1947 del 1948. Tra le acquisizioni più recenti spiccano i 180 manifesti realizzati da noti nomi della creatività internazionale per la sezione Utopia Station curata da Molly Nesbit, Hans Ulrich Obrist e Rirkrit Tiravanija, alla 50 Biennale Internazionale d'arte del 2003. Si possono inoltre considerare come parte della collezione d'arte contemporanea della Biennale anche il Fondo Manifesti che raccoglie 3.000 esemplari (più un magazzino di oltre 10.000 copie) di manifesti e locandine documentanti le varie edizioni e gli spettacoli della Biennale nelle sue diverse discipline sin dalle sue origini e i numerosi progetti e plastici, realizzati nelle varie fasi di ristrutturazione delle sedi della Biennale, oppure provenienti dalle edizioni della Mostra di Architettura, dei quali circa 150 pezzi sono stati depositati all'Archivio progetti dello IUAV, che li ha schedati e resi consultabili attraverso il proprio sito web e la propria struttura. Come si può facilmente intuire si tratta, in definitiva, di una vastissima raccolta che, se da un lato costituisce il nucleo per quel museo d'arte contemporanea che a Venezia manca, dall'altro, se sistemata in spazi e modi adeguati, potrebbe inoltre diventare anche uno splendido museo-centro di documentazione sulla Biennale.

Bibliografia:
Catalogo del fondo artistico, Venezia, La Biennale di Venezia, Archivio Storico delle Arti Contemporanee, 1976

Ultimo aggiornamento: 04-03-2024