Assai suggestivo lo spazio del parco retrostante, popolato di statue e caratterizzato dalla presenza di un laghetto, che, secondo la tradizione, deriverebbe dalle operazioni di scavo ordinate dal barone de Chantal, proprietario dell’immobile agli inizi del Novecento, nel tentativo di recuperare un fantomatico tesoro sepolto. Gli ultimi acquirenti della tenuta, dopo un accurato intervento di restauro, hanno destinato le pertinenze rurali a sede del Museo del Villano, una raccolta di attrezzi, strumenti, cimeli e documenti che bene illustrano nell’insieme un aspetto fondamentale della ‘civiltà di villa’, così come essa si sviluppò nei secoli d’oro della Repubblica di Venezia, quello delle attività agricole e della produzione legata al territorio.