Il casuale ritrovamento in quest’area, negli anni Novanta del Ventesimo secolo, di due dischi con raffigurazioni incise e di alcune lamine, diede il via ad una serie di scavi. L’esclusività del sito è legata al fatto che unisce elementi romanici a quelli tipici della tradizione veneta consegnandoci capitoli di storia, relativi ad un arco cronologico che si estende dal I secolo a.c. al V secolo d.c., circa mezzo millennio. In questo periodo da tempio pagano il Monte Calvario si è trasformato in santuario per riti cristiani.

Il sito archeologico è divenuto uno dei siti più importanti di tutto il nord e centro Italia perchè il santuario è di tipologia centro italica, a gradoni (tipologia insolita per questa zona e paragonabile solo ai santuari collocati nelle vicinanze della città di Roma) e in quanto nel luogo sono stati ritrovati reperti con scrittura runica. Le origini di questa scrittura, in uso anticamente nelle popolazioni scandinave e germaniche, sono ancora in parte oscure. La scrittura runica è la base dell’inglese e del tedesco moderni.

Gli studi condotti sui resti delle strutture e sui reperti archeologici selezionati, hanno accertato la grande significatività e valenza archeologica, storica e culturale del Monte Calvario, quale dimostrazione delle attività e della cultura pre-romana e romana della zona, nonché quale ricostruzione dei flussi delle popolazioni e dei relativi sistemi di collegamento risalenti a  diverse epoche storiche.
Il collegamento tra i diversi reperti, infatti, porta al riscontro dell’esistenza di un sistema di vie legato ai principali siti archeologici del Veneto: Altino, Oderzo, Feltre e Làgole.