Chiarelli 01/01/1930 - 31/12/2000

Comprende l'archivio personale e di lavoro di Lorenzo Chiarelli e scarsa documentazione riconducibile al padre di Lorenzo, Riccardo, presumibilmente trasferita al figlio dopo la morte. Precisamente il fondo Riccardo Chiarelli consta di due sole buste e comprende, tra gli altri documenti, un'autobiografia, minute dei suoi romanzi e delle sue poesie, lettere di Omar Salgari, figlio dello scrittore Emilio, inerenti i falsi romanzi salgariani di cui Riccardo fu autore. La documentazione di Lorenzo riguarda in prevalenza la sua attività di funzionario della Soprintendenza, storico dell'arte, docente universitario, giornalista e scrittore e consiste di quaderni di appunti, corrispondenza, fotografie, diapositive, inviti a mostre, pubblicazioni di argomento artistico, carte di natura amministrativa (come ordini di servizio e circolari), un elenco delle sue pubblicazioni dal 1945 al 1996, bozze dei testi e altri materiali preparatori per conferenze, discorsi inaugurali, interviste televisive, relazioni tecniche, scritti di argomento artistico, articoli di giornale e racconti (compresi manoscritti del noto romanzo "La figlia del corsaro verde", pubblicato da Chiarelli con lo pseudonimo di Emilio Salgari). E' presente inoltre un piccolo nucleo di documenti personali, tra cui alcuni diari, disegni dei figli, cartoline, carte riguardanti le nozze e concorsi sostenuti da Lorenzo, oltre al catalogo a schede mobili della sua biblioteca. Una parte cospicua del fondo di Lorenzo è costituita da lettere, di lavoro e personali, che documentano le relazioni intercorse, a partire dagli anni Quaranta, tra Lorenzo e importanti esponenti del mondo della cultura e gli scambi di informazioni con i colleghi, tra i quali gli storici dell’arte Vittore Branca, Egidio Martini, Licisco Magagnato, Giuseppe Mazzotti e i restauratori Cesare Brandi e Giorgio Bonsanti. Data l'attuale organizzazione delle carte, per tipologie documentarie ("Lettere di Lorenzo Chiarelli", "Ritagli di giornali", "Fotografie", ecc.), frutto del recente riordino del fondo (2000 circa), la documentazione relativa ai diversi incarichi professionali e alle diverse attività svolte da Lorenzo va cercata all'interno di più serie.

Dettagli

Tipo

Complesso di fondi

Datazione

01/01/1930 - 31/12/2000

Consistenza

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Chiarelli, Riccardo
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Chiarelli, Riccardo

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Accademia di agricoltura scienze e lettere di Verona
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Accademia di agricoltura scienze e lettere di Verona

Tra le più antiche istituzioni del genere in Italia, l'Accademia di agricoltura scienze e lettere di Verona fu istituita ufficialmente nel 1768, su invito del doge Alvise Mocenigo, dai locali Consigli dei XII e dei L. Inizialmente priva di sede, nel 1781 fu beneficiata dal Senato Veneto di un sovvenzionamento destinato a ricavare alcuni ambienti nel loggiato dell'attuale palazzo della Prefettura, dove il sodalizio si riunì fino al 1926. Composta per statuto (approvato il 23 dicembre 1768) da diciotto soci "esperti della materia", nobili o grandi possidenti terrieri, residenti in città, quattro soprannumerari e due aggiunti, fu posta alle dipendenze di due ufficiali "deputati all'agricoltura" del Magistrato ai beni inculti. Scopo primario dell'Accademia era lo studio di tecniche e soluzioni per incrementare la produttività dei settori dell'agricoltura e dell'allevamento. Durante il Governo veneto ebbe un ruolo attivo anche nella progettazione e realizzazione di grandi opere, tra cui si ricordano la bonifica delle Valli Grandi Veronesi e la costruzione della prima strada di collegamento tra Verona e i Monti Lessini. Dopo la caduta della Repubblica di Venezia, il sodalizio fu riconosciuto dai vari Governi che si avvicendarono a Verona fino all'Unità d'Italia (Governo centrale veronese, colognese e legnaghese e Governo aulico provvisorio imperiale (1797 - 1798), Regno d'Italia (1805 – 1814), Impero austriaco e Governo italiano) ma mutò più volte insegna e denominazione. Dal 1802 l'ente assunse la denominazione di Accademia di agricoltura, commercio ed arti (o accademia agraria veronese), modificata in Accademia di agricoltura, arti e commercio con l'approvazione dello statuto del 1870 e in Accademia di agricoltura, scienze, lettere, arti e commercio al principio del Novecento. Solo nel 1913 prese il nome definitivo di Accademia di agricoltura scienze e lettere di Verona. La primitiva insegna con il leone di San Marco fu sostituita da due diversi stemmi, alternatamente utilizzati nei documenti ufficiali per tutto l'Ottocento: uno raffigurante una figura femminile con alveare e l'altro tre fanciulle, personificazioni dell'agricoltura, del commercio e delle arti, con l'Arena sullo sfondo. Anche lo statuto fu abrogato o comunque modificato innumerevoli volte e precisamente nel: 1832, 1886, 1894, 1913, 1919 - 1920, 1924 - 1925, 1931, 1935 - 1936, 1947, 1955, 1962, 1969, 1987, 2014 - 2015. Inoltre, nel 1801 il Governo provvisorio trasferì all'Accademia la proprietà del giardino del palazzo del Capitaniato, poi trasformato in orto botanico. Luogo d'incontro privilegiato delle personalità di spicco della città scaligera, nell'Ottocento l'Accademia fu anche sede di conservazione di un'imponente collezione naturalistica, formatasi grazie alle donazioni di numerosi soci, ceduta nel 1907 al Museo civico di Verona. Ulteriori trasferimenti di sede si verificarono nel 1926, quando per esigenze di spazio della Provincia l'Accademia fu costretta a traslocare a Palazzo Pompei, e nel 1946, anno in cui la contessa Emilia Sandri Erbisti dispose con testamento di concedere all'istituto l'uso perpetuo del primo piano di palazzo Salvi Erbisti (attuale sede, inaugurata ufficialmente il 2 ottobre 1955). Attualmente l'Accademia è associazione senza fini di lucro che coopera "al miglioramento agricolo ed economico ed al progresso degli studi scientifici, storici e letterari, specialmente in quanto si riferiscano alla Provincia di Verona, e alla illustrazione e conservazione del suo patrimonio culturale". Per il raggiungimento dei suoi fini l'Accademia bandisce concorsi a premi, organizza convegni di studio, seminari e conferenze, cura la pubblicazione di testi di interesse locale e degli atti e memorie presentate nelle adunanze sociali, promuove il dibattito pubblico su temi di attualità, raccoglie e conserva materiale bibliografico e documentario. Annovera sessanta membri effettivi, divisi nelle due classi di agricoltura, scienze fisiche, matematiche e naturali e classe di scienze morali, storiche e filologiche, altrettanti soci corrispondenti e un numero variabile di soci emeriti. Organo di governo è il Consiglio di reggenza composto da presidente, segretario, amministratore e due assessori, eletti dal corpo accademico tra i membri effettivi ed emeriti. Oltre all'archivio istituzionale, conserva una ricca biblioteca specializzata, costituita in prevalenza da pubblicazioni e manoscritti che riguardano la storia veronese, l'agricoltura e le scienze naturali, alcune raccolte iconografiche (stampe, fotografie, mappe e disegni) di prevalente interesse locale, materiale audiovisivo, diversi fondi privati e un piccolo museo che espone oggetti relativi alla storia dell'istituto (tra cui il bossolo per le votazioni del 1769, autografi, fotografie, medaglie e diplomi accademici). (...)