Le miniere d’argento del Tretto (VI), sfruttate fin dal Medioevo, erano ridotte in cattivo stato quando passò un frate tedesco esperto di negromanzia, che con il suo bastone localizzò nuove vene argentifere. Prima non venne creduto, ma poi si accertò che aveva ragione e si riprese l’attività estrattiva. Nel frontespizio vi è un disegno con la raffigurazione delle tre chiese parrocchiali del Tretto. L’opera fu redatta intorno al 1560 dal notaio Giuseppe Gorlin, copiata in questo manoscritto da Giovanni Formenton più di un secolo dopo come si desume dalle note apposte da quest’ultimo che riportano data e luogo. Nelle biblioteche venete sono conservati altri due manoscritti di Gorlin: il ms. 1771 della Biblioteca Bertoliana, del sec. XVII, contenente le Notizie del Tretto e dedica “Al nobile signor Marchese Vincezo Gonzati Cornedo” e il ms. Correr 1137/1142 (=Misc. Correr VIII 1142) della Biblioteca Correr di Venezia che contiene anch’esso un “Estratto delle memorie del nodaro pubblico Iseppo Gorlin del Tretto, in proposito di terre bianche di magioliche e delle miniere d’argento e d’altri metalli…”.