Alchimia - L’alchimia a Venezia: Giovanni Agostino Panteo

Già nel Medioevo emersero ostilità verso gli alchimisti. Dante nella Divina Commedia li colloca tra i falsari (Inferno, XXIX, 109-139), mentre domenicani e francescani emanarono varie condanne a riguardo.

Malgrado ciò l’alchimia continuò a suscitare l’interesse di principi e degli stessi religiosi, alcuni dei quali la praticarono. Tra questi vi fu il  sacerdote veneziano Giovanni Agostino Panteo, che nel 1518 pubblicò a Venezia l’Ars transmutationis metallicae, prima opera in materia a essere stampata in Italia, con il permesso del Consiglio dei Dieci e dedica a Leone X. Nel 1530 veniva pubblicata un’altra sua opera,  la Voarchadumia contra Alchimiam, che presenta la creazione del mondo come un processo alchemico e il lavoro dell’alchimista simile a quello di Dio: l’opera include anche una raccolta di ricette e 11 xilografie raffiguranti strumenti e pratiche metallurgiche. 
Il manoscritto della Bertoliana è una copia dell’edizione a stampa di quest’ultima opera, di poco posteriore: la copia a mano era talvolta più economica. Esemplari a stampa delle opere di Panteo sono conservate al Seminario Vescovile di Padova, alla Fondazione Cini e alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, si veda: https://opac.sbn.it/

 

Percorsi in cui la tappa è presente

Libri e luoghi di Alchimia e Magia
Percorso culturale

Libri e luoghi di Alchimia e Magia

L’alchimia è un insieme di conoscenze volte a ottenere la pietra filosofale, reputata capace di trasmutare in oro i metalli comuni e fabbricare pietre preziose artificiali, a preparare l’elisir di lunga vita e medicine dalle straordinarie proprietà terapeutiche.