MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI VENEZIA

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The National Archaeological Museum of Venice is located in the Procuratie Nuove and it is part of the integrated itinerary called “I Musei di Piazza San Marco”, along with the Correr Museum, the Monumental Rooms of the Marciana Library and the Doge's Palace.

It displays to his visitors the antiquities collected by the rich Venetians during the last five centuries and donated to the Serenissima thanks to their foresight. The museum was born thanks to the bequests of Domenico and Giovanni Grimani, two refined prelates, who left most of their collections of antiquities to the Republic in 1523 and 1587 respectively. Their bequests testified the power of their family and their will to hand down the antiquities to posterity. Nowadays the Grimanis' collections are the nucleus of the Public Statuary, a typical expression of Renaissance taste. The Public Statuary was arranged by Federico Contarini in 1596 in the Antechamber of the Marciana Library and it is possible to see a partial reconstruction of it, set in 1997. This reconstruction was possible thanks to the marvellous three-volume catalogue by the cousins Zanetti, published between 1740 and 1743.

The National Archaeological Museum of Venice displays an important collection of ancient sculpture including some noteworthy Greek originals. There are also bronzes, potteries, gems, coins, and besides Egyptian and Assyrian antiquities entrusted by the Correr Museum. As a result of the 17th and 18th century donations, it was necessary to set the collections in a wider site. Canova’s purpose was to set them out in the Procuratie Nuove, but Eugène de Beauharnais, Viceroy of Italy, decreeded in 1812 to move the Public Statuary and the Marciana Library to the Doge’s Palace. So that the collections’ pieces were scattered around. The marbles were gathered all together in the Doge's apartment in 1846. Important scholars and archaeologists recognised the marbles of Venice as masterpieces of ancient art and only in 1899 the collections had a logical rearrangement. After the First World War, king Vittorio Emanuele III donated the Royal Palace, where the new Archaeological Museum took place. Carlo Anti arranged the Archaeological Museum of Venice in its present site on the first floor of the Procuratie Nuove  between 1923 and 1926. He removed the 16th century restorations from the statues and set them out in 12 rooms, according to age, artistic current and subject, in order to provide an overview of classical Greek and Roman sculpture from the 5th century B.C. to the 3rd century A.D. Medals, ivories, gems and small bronzes were set apart in one room. Bruna Forlati arranged the exhibition once more between 1949 and 1952, as the Correr Museum left in 1939 its archaeological collection in the Archaeological Museum’s care. In 1961 as a result of the post-war agreements between Italy and Jugoslavia was assigned to the Museum part of the pottery, gems and glasses collection of the S. Donato Museum of Zara and the priceless ivory reliquary known as “Capsella di Samagher”, from Pola, which is a unicum in the whole history of Christian art, Christianity and Roman art. In 1982 Giancarlo Ligabue donated a number of prehistoric weapons in bronze.

The Museum is open daily from 10:00 to 17:00 (from November 1 to March 31) and from 10.00 to 19.00 (from 1 April to 31 October).

 

Il Museo Archeologico Nazionale, situato nella sede delle Procuratie Nuove, fa parte del Percorso integrato “I Musei di Piazza San Marco”, insieme alle Sale Monumentali della Biblioteca Marciana, il Museo Correr e Palazzo Ducale.

Il Museo è un museo di collezionismo di antichità, essendo costituito dalle opere raccolte da insigni famiglie veneziane a partire dal XVI secolo e affidate con estrema lungimiranza alla conservazione della Repubblica della Serenissima. Le sue origini infatti risalgono al lascito di Domenico Grimani e alla donazione di Giovanni Grimani, due raffinatissimi prelati rinascimentali che, rispettivamente nel 1523 e nel 1587, lasciarono la maggior parte delle loro collezioni di manufatti antichi allo Stato, come manifestazione del prestigio della loro famiglia, ma anche per conservare ai posteri “la memoria delle cose antiche”. Tali opere costituiscono oggi il nucleo dello Statuario Pubblico, tipica espressione del gusto rinascimentale, allestito nel 1596 da Federico Contarini nell’Antisala della Libreria di S. Marco e attualmente visibile in una ricostruzione parziale del 1997. Essa è stata resa possibile grazie al catalogo dei tre meravigliosi volumi manoscritti dei cugini Zanetti, pubblicato fra il 1740 e il 1743.

Il Museo espone al pubblico soprattutto sculture antiche, tra le quali alcuni considerevoli originali greci, bronzi, ceramiche, gemme e monete e la collezione archeologica data in deposito dal Civico Museo Correr, che comprende anche antichità egizie e assiro-babilonesi. Nel corso dei secoli XVII e XVIII continuarono le donazioni, ma il progetto di una nuova sistemazione preparato con la consulenza del Canova, non fu mai realizzato perché il Museo con la Biblioteca, per ordine di Eugenio de Beauharnais, viceré d’Italia, fu trasferito nel 1812 a Palazzo Ducale, con conseguente smembramento dello Statuario Pubblico. I marmi, dapprima dispersi nell’intero palazzo, vennero riuniti nel 1846 nell’appartamento del Doge. Gli studi di insigni archeologi, che riconobbero nei marmi di Venezia veri capolavori dell’arte antica, portarono solo alla fine del XIX secolo ad un razionale riordino delle collezioni (1899). Dopo la prima guerra mondiale venne creato il nuovo Museo Archeologico nel Palazzo Reale, donato dal Re Vittorio Emanuele III. Il Museo Archeologico di Venezia fu così ordinato nella sede attuale al primo piano delle Procuratie Nuove da Carlo Anti tra il 1923 e il 1926. Le statue, private in gran parte delle integrazioni dovute ai restauri cinquecenteschi, furono disposte in dodici sale suddivise per epoche, per correnti artistiche e per soggetti, con l’intento di presentare una panoramica della scultura classica greca e romana dal V sec. a.C. al III sec. d.C. In una sala trovarono posto il medagliere, avori, gemme e piccoli bronzi. Tale sistemazione rimase pressoché inalterata nell’ampliamento del Museo attuato da Bruna Forlati tra il 1949 e il 1954, in seguito al deposito Correr del 1939. Le raccolte veneziane furono arricchite nel 1961dalla definitiva assegnazione all’Italia, nell’ambito degli accordi post-bellici, di parte delle collezioni del Museo di S. Donato di Zara, comprendenti ceramiche, vetri e gemme e soprattutto dell’inestimabile reliquario in avorio, noto come la “Capsella di Samagher” , proveniente da Pola, un unicum nella storia della arte cristiana, della storia della Chiesa e della storia romana. Al 1982 si data infine la donazione di oggetti protostorici in bronzo da parte di Giancarlo Ligabue.

Il Museo  è aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 17.00 (dal 1 novembre al 31 marzo) e dalle 10.00 alle 19.00 (dal 1 aprile al 31 ottobre).

 
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MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI VENEZIA 
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