Intimità scultorea: Andrea Brustolon

1. Cornice con Putti, 1700 ca., legno intagliato, bottega di Andrea Brustolon

La cornice si compone di carnose foglie d’acanto e fiori, tra i quali si collocano teste di cherubino e putti, secondo modelli ampiamente diffusi nella produzione di Brustolon e della sua bottega, come documentato anche dall’album di disegni conservato al Museo Civico di Belluno.

2.  Cristo crocifisso, 1700 ca., legno di pero intagliato e patinato

Il crocifisso, che nasce per essere contemplato da vicino e per la meditazione devota di un singolo proprietario privato e della sua famiglia, è di delicata fattura e conserva ancora la sua patina originale, mentre successiva e forse ottocentesca è la croce che lo sostiene oggi.
Ai piedi della croce è uno straordinario basamento che raffigura, con invenzione barocca tipica della sensibilità bizzarra ed estrosa espressa a più riprese dal maestro, Eva, la Morte - rappresentata da uno scheletro purtroppo oggi mutilo del teschio - e il Mondo, sul quale si sviluppano le spire del serpente, vale a dire il Maligno. Il Crocifisso, che fiorisce da questa base, diventa dunque parte di uno sviluppo quasi teatrale e narrativo, la vittoria sopra la morte e il peccato che, così animato, trova la propria completa e icastica rappresentazione. Il globo è, oltre che creazione quanto mai originale, interessante testimonianza delle conoscenze geografiche del tempo.

3.  Allegoria della Grazia, 1722, terracotta

Il modelletto in terracotta è preparatorio per una scultura in legno, forse la Grazia che fa parte del gruppo di sei statue allegoriche scolpite per il nobile bellunese Tiopo Piloni tra il 1722 e il 1727, ora in collezione privata a Venezia.


Andrea Brustolon (Belluno, 1662-1732)

Biografia
Andrea Brustolon nacque a Belluno nel 1662 da padre intagliatore. Suo primo maestro sarebbe però stato a Venezia il genovese (ma pratico di barocco romano) Filippo Parodi. Le sue prime commissioni sono ad ogni modo per le chiese dell’area dolomitica, a Zoldo (Altare delle anime a San Floriano; Altare a Mareson), a Belluno e a Feltre. Le sue doti di ebanista, tuttavia, lo rendono attivo e ricercato anche nella produzione d’arredo, per la quale le maggiori famiglie veneziane si contendono i servizi. I vari fornimenti per i Venier, i Pisani e i Correr, si datano entro lo scadere del XVII secolo e rappresentano tra i più alti traguardi dell’ebanisteria di ogni tempo, tanto da avergli fatto guadagnare nell’immaginario la definizione di “Michelangelo del legno” espressa da Balzac. Brustolon riesce ad unire, a un'impareggiabile abilità tecnica e a una capacità nel variare e giocare con le varie essenze lignee, una grande efficacia compositiva, un senso ancora pienamente ‘barocco’ per il meraviglioso, il movimento e il drammatico, a cui si unisce un innato estro fantastico e bizzarro.

Testi a cura del Museo Civico di Belluno


Link utili

Museo Civico di Belluno
Consulta la bibliografia

Ultimo aggiornamento: 17-01-2022