Bellunese

L’uomo che trasformava la carne in pietra


Nacque nel 1792 a Sospirolo, nella Certosa di Vedana, l’uomo che doveva passare alla storia come il “pietrificatore di corpi”, capace di mineralizzare i tessuti umani conservandone il colore e i volumi, ma destinato a portare con sé il segreto nella tomba. Girolamo Segato, questo è il suo nome, fu uno studioso inquieto e curioso, la cui attività di cartografo e naturalista – spinta ai confini tra scienza e mistero – subì una svolta nel 1818, quando ventiseienne partì per un viaggio di ricerca in Egitto. Nel paese dei faraoni Segato fece rilievi delle piramidi, entrò nelle tombe più importanti, passò tre giorni e tre notti nella piramide di Saqqara. Ma più di ogni altra cosa, subì irrimediabilmente il fascino delle tecniche di mummificazione dei cadaveri.

Tornato in Italia nel 1823 si stabilì a Livorno e poi a Firenze, dove mise a punto una tecnica di “pietrificazione” dei tessuti umani che produsse risultati straordinari: i reperti da lui trattati riuscirono in qualche caso a conservare anche una strabiliante elasticità. Il suo procedimento di “mineralizzazione” dei corpi rimane tutt’oggi un mistero.

La fama del “Mago Egiziano” (così iniziò a essere chiamato da un pubblico sempre più vasto, seguendo la credenza che egli avesse trovato il  segreto della mummificazione in una antica pergamena egizia) si diffuse in tutta Italia; una fama legata anche a vicende ambigue: per finanziare  le sue ricerche, regalò un tavolo il cui piano era composto di carne umana pietrificata (che il poeta romano Giuseppe Gioachino Belli descrisse in un sonetto) a Leopoldo II, granduca di Toscana, per chiedergli fondi  da destinare ai suoi studi.

Ma il granduca, disgustato, non solo rifiutò il dono, ma gli proibì di continuare le sue ricerche. Girolamo Segato morì a 44 anni, il 3 febbraio 1836, per una polmonite. Il giorno dei funerali, a Firenze migliaia di persone seguirono il feretro del “Pietrificatore”; i teatri chiusero per lutto. Tra i reperti da lui creati a Belluno rimangono la testa di una fanciulla e una mano, mentre tutti gli altri si trovano al museo anatomico dell’università di Firenze. Ogni appunto è però scomparso, forse distrutto dal suo stesso autore.

Nella Basilica di Santa Croce, dove è sepolto con altre figure insigni del mondo accademico e letterario italiano, la sua lapide recita: “Qui giace disfatto Girolamo Segato, che vedrebbesi intero pietrificato, se l’arte sua non periva con lui. Fu gloria insolita dell’umana sapienza, esempio d’infelicità non insolito”.
 

Testo tratto dalla pubblicazione "Festival del Mistero 2018",  Veneto Spettacoli di Mistero,  Regione del Veneto - Comitato Pro Loco UNPLI VENETO


Link utili

Girolamo Segato, 1792-1836, Convegno nazionale storico-scientifico, Sospirolo 7 novembre 1992

Ultimo aggiornamento: 31-10-2023