Abitare l'Arte: Montecchio Maggiore, Teolo, Nove

Fondazione Bisazza

Montecchio Maggiore (VI) – Viale Milano, 56 
Tel. 0444.707690
info@fondazionebisazza.it
www.fondazionebisazza.it

Il progetto della Fondazione Bisazza - organizzazione privata non profit e aperta al pubblico – nasce dall'attenzione e sensibilità verso la cultura del design e dell'architettura che da sempre animano Bisazza. 
Gli spazi della Fondazione sono articolati su un’area di 7500 mq, in passato riservata alla produzione aziendale, recuperata e adibita all’esposizione grazie al progetto di riqualificazione dell’architetto Carlo Dal Bianco. 
La ricca collezione permanente è costituita da installazioni firmate da designer quali Tord Boontje, Aldo Cibic, Sandro Chia, Jaime Hayon, Arik Levy, Alessandro Mendini, Fabio Novembre, Mimmo Paladino, John Pawson, Andrée Putman, Ettore Sottsass, Studio Job, Patricia Urquiola,  Marcel Wanders e Richard Meier.
Un'area di oltre 1000 mq è dedicata invece ad accogliere mostre itineranti e installazioni di progettisti di fama internazionale, prodotte dalla Fondazione in collaborazione o provenienti da istituzioni straniere. L'intento della Fondazione è infatti interagire e dialogare con altre
fondazioni e musei di design e architettura creando un network per la presentazione di progetti inediti in Italia.
Nel 2015 gli spazi della Fondazione Bisazza si sono ampliati con la nuova area espositiva intitolata: "Fotografia di Architettura". In mostra, opere firmate da figure autorevoli, a livello internazionale, nel mondo della fotografia quali: Berenice Abbott, Eugène Atget, Gabriele Basilico, Roland Fischer, Candida Höfer, Julius Shulman e Hiroshi Sugimoto.
Nel 2019 viene inaugurata “Love-Dream, Love-Nothing”, la prima installazione permanente al mondo del celebre fotografo contemporaneo giapponese, Nobuyoshi Araki, curata da Filippo Maggia. L’installazione riproduce il privé del “Rouge Bar” - un elegante night club situato nel quartiere Shinjuku - qui riproposto in un nuova versione, con 2 privé speculari.  Alle pareti della sala permanente sono presenti, oltre alle immagini realizzate da Araki per Bisazza, alcune fotografie acquisite dalla Fondazione e tre calligrafie commissionate per l’installazione ed eseguite da Araki stesso secondo la tecnica tradizionale giapponese, lo “shodō”.

Elenco delle opere permanenti

Testi a cura dell'Ufficio Stampa della Fondazione Bisazza

Museo di Arte Contemporanea "Dino Formaggio"

Teolo (PD) - Via Tito Livio, 6
Tel. 049 999 8545
museodinoformaggio.it
facebook
 

Il Museo d’arte contemporanea “Dino Formaggio”, realizzato dall’Amministrazione Comunale di Teolo dedicato concittadino, critico e filosofo dell’arte, è stato inaugurato il 16 ottobre del 1993 e presenta una raccolta di opere di pittura e di scultura comprese tra la fine dell’Ottocento e i giorni nostri.
Annualmente vengono esposte nel museo una quarantina di opere scelte dalla collezione di Dino Formaggio costituita da 200 opere: quadri e sculture di artisti italiani (Medardo Rosso, Francesco Paolo Michetti, Angelo Dall’Oca Bianca, Vincenzo Irolli), di questo secolo (Aligi Sassu, Renato Birolli, Fiorenzo Tomea, Italo Valenti, Tono Zancanaro, Carmelo Cappello, Tito Gasparini),  artisti stranieri (Vilim Sveçniak di Zagabria, Gugo Manizer di Mosca, Sylvain Nuccio e A. Bartolomeo Trombini di Nimes, la messicana Julia Lòpez).
Il Museo è stato intitolato a Dino Formaggio - professore Emerito della Università di Milano che ha operato a Padova come docente di Estetica, Preside di Facoltà e Pro-rettore, raccogliendo ampi riconoscimenti nazionali - per il fatto che a lui si deve la raccolta e la donazione al Comune di Teolo di tutte le opere presenti nel Museo.
Il museo è collocato nel Palazzetto dei Vicari, edificio risalente al secolo XVI che aveva ospitato per oltre 200 anni il Vicario, che rappresentava in loco la Serenissima Repubblica di Venezia.

Storia del museo e delle sue collezioni
Biografia di Dino Formaggio
Elenco opere della collezione

Testi a cura di Daniele Formaggio

Museo Civico della Ceramica "Giuseppe De Fabris"

Nove (VI) - Piazza Giuseppe De Fabris
Tel. 0424.597542 - 7112
museo@comune.nove.vi.it
www.museonove.it
 

Nella sezione novecentesca spicca il nucleo di ceramiche premiate ai Concorsi del Salone Internazionale della Ceramica dal 1949 al 1975, concesse in deposito permanente dall’Ente Fiera di Vicenza e scarsamente esposte per motivi di spazio: il “Premio Esportazione", accanto al “Premio Nove", che continuerà fino al 1957, divenendo poi il “Premio Palladio".  A testimonianza del prezioso patrimonio di opere costituito negli anni, la Fiera di Vicenza consegnò parte di esse in deposito permanente al Museo della Ceramica di Nove e parte al Museo Civico di Bassano del Grappa. Le opere sono le più rappresentative della produzione artistica nel momento importantissimo del passaggio da produzione unica a produzione seriale, attorno agli anni Sessanta. La varietà degli artisti che vi hanno partecipato, provenienti da diverse aree geografiche, è la conferma dello stretto rapporto tra arte, design e ceramica.
L'opera che si distingue all'interno di questa ampia panoramica è certamente il "Grande Vaso con nudi femminili" di Pablo Picasso del 1950 (con l’iscrizione all’interno del collo “Vallauris Maj 1950”).
Dagli anni '40 del ‘900, Nove ha visto la nascita di un gruppo di artisti ceramisti di fama internazionale, al pari quasi delle manifatture novesi nei due secoli precedenti. Questi artisti ceramisti hanno innovato il linguaggio della ceramica confrontandosi e mettendosi a livello di pittura e scultura. 
Licisco Magagnato, storico direttore del Museo di Castelvecchio a Verona, descrive la spinta innovatrice del gruppo nel catalogo della mostra “Sette Ceramisti Contemporanei” del 1982, alla quale partecipano alcuni tra questi artisti (Alessio Tasca, Pompeo Pianezzola, Cesare Sartori, Candido Fior, Federico Bonaldi): “[…] un ritorno al lavoro all'interno della bottega artigiana, rinnovata nei metodi e nelle attrezzature di lavoro, si è verificato […] negli ultimi dieci anni da parte di un'avanguardia di artigiani vecchi e giovani, che fruivano di un nuovo rapporto con la cultura artistica contemporanea, disancorandosi dai tradizionali legami con la produzione artigiana […]. La creatività, spesso di carattere scopertamente sperimentale […] ha trasferito in questi ultimi tre lustri nel settore artigiano esperienze ritenute fino ad allora proprie dell'attività della cosiddetta arte pura […]. Così l'artigiano, ha fornito nuove tecniche all'inventività dell'artista, anzi i limiti tra i due campi di lavoro si sono venuti sfumando se non annullando. […] È un fenomeno che non esitiamo a definire d'importanza storica."

Descrizione opere nella gallery

Testi a cura dell'Ufficio Cultura del Comune di Nove (VI)

Ultimo aggiornamento: 06-06-2022