Ossario del Pasubio VI

Primo del suo genere, è una delle opere monumentali più significative, e allo stesso tempo singolari, in ricordo della Grande Guerra.

Sorge sul colle di Bellavista (1.217 metri s.l.m.) al Pian delle Fugazze, teatro di durissimi scontri, specialmente durante la Strafexpedition e la seguente controffensiva italiana, tra maggio e giugno del 1916.

A volerlo fu il comandante della 1a Armata, generale Guglielmo Pecori Giraldi, immediatamente dopo la firma dell’armistizio. Sull’onda dell’emozione per quanto accaduto in questa zona, i lavori iniziarono già nel 1920, in uno spazio donato dal Comune di Valli del Pasubio. Sotto la guida dell’architetto Ferruccio Chemello, che aveva perduto il proprio figlio nella Battaglia dell’Ortigara, l’opera venne completata l’anno 1926. La sua unicità consiste nella forma, molto diversa da quella degli altri grandi sacrari costruiti successivamente, in epoca fascista: sul Pasubio infatti, ancora in continuità con la tradizione degli ossari d’età risorgimentale, che offriva i più prossimi modelli di riferimento – basti pensare a Custoza, in provincia di Verona – sorge una torre di quattro piani, alta 35 metri, decorata all’interno in stile liberty. Appena varcata la porta di ferro battuto, si entra nella cripta centrale, in cui riposano le salme di 70 soldati decorati al valore militare, nonché lo stesso Pecori Giraldi, morto molti anni dopo, nel 1941, le cui spoglie vennero qui traslate nel 1952, per sua stessa volontà. Ai lati, invece, due stretti corridoi conducono ai due piani superiori, dove si trovano i loculi di oltre 5.000 soldati (di cui circa 3.500 ignoti), tra italiani e austriaci. Quest’ultima è la parte di maggiore impatto emotivo, dato che la copertura, in marmo e vetro, non nasconde alla vista le ossa dei caduti, motivo anche questo comune negli ossari del Risorgimento. Dalla parte posteriore invece si accede al sacello, che tramite una ripida scala di metallo porta fino all’ultimo piano del monumento. All’interno della cappella si trovano un altare, con una statua di Madonna realizzata dallo scultore vicentino Giuseppe Zanetti, vetrate e affreschi a soggetto religioso e bellico di Tito Chini, artista toscano, ex combattente della Prima Armata, attivo anche al Tempio Ossario di Bassano del Grappa. Salendo la scalinata, si possono ammirare ancora diversi affreschi e leggere i nomi delle cime circostanti, dove si combatté la Grande Guerra. Il Sacrario del Pasubio è ancora oggi un vero e proprio simbolo della memoria di questi luoghi. Una cerimonia istituzionale, sempre più partecipata anche dalla cittadinanza, commemora annualmente la battaglia più violenta del Pasubio, combattuta il 2 luglio del 1916.


I custodi invitti all’ombra della croce dormono in pace

5.077 caduti

Percorsi in cui la tappa è presente

Sacrari della Grande Guerra nel  Veneto
Percorso culturale

Sacrari della Grande Guerra nel Veneto

Un invito a scoprire o riscoprire un suggestivo pellegrinaggio della memoria, nel territorio veneto, in alcuni luoghi e contesti di grande intensità, attraverso testimonianze importanti sotto il profilo storico e architettonico, esemplari per il forte messaggio di pace, di unione e di fratellanza tra i popoli che a essi è affidato per sempre.