capitello/imposta / sec. VI d.C.

La Basilica di San Marco è stata interessata da numerosi interventi di restauro e consolidamento che, tra il XIX e il XX, hanno comportato lo smontaggio delle decorazioni e dei rivestimenti marmorei delle facciate; le lastre di rivestimento, le parti decorate e i capitelli, per la gran parte danneggiati, furono sostituiti con pezzi nuovi realizzati appositamente, ma nella fase di ricollocamento dei pezzi, fu alterato il primitivo disegno decorativo, poiché non sempre si tenne conto del colore e della disposizione delle venature dei marmi. I frammenti recuperati furono invece murati, sempre tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento nella parete del cortile del Sant’Uffizio, situato nell’angolo nord-est della basilica, ove rimasero fino al 1969: in quest’anno, per volontà del Forlati, la maggior parte furono trasportati nel chiostro di Sant’Apollonia, in seguito alla conclusione dei lavori di restauro iniziati nel 1967. Per la maggior parte di questi elementi non è possibile stabilire l’ubicazione corretta rispetto all’originaria decorazione marciana, trattandosi per lo più di lastre di marmo bianco o proconnesio messe in opera come semplice rivestimento dalla parte del lato non decorato. Differente, invece, il caso dei capitelli, per alcuni dei quali è possibile avanzare qualche ipotesi con una certa sicurezza: tale, per esempio, è il caso del capitello in esame, collocato probabilmente nella facciata settentrionale, dove si trovano due esemplari moderni di questo tipo. Esso, insieme all'altro capitello d'imposta (PSM_WLT-014200_WRC-1062602), al capitello corinzio (PSM_WLT-014200_WRC-1062603) e a quello composito (PSM_WLT-014200_WRC-1062600), è anche esemplificativo delle tipologie messe in opera nella decorazione marciana. Il capitello, di produzione costantinopolitana, trova numerosi confronti, oltre che nell'antica Costantinopoli, anche a Ravenna, dove provengono da scavi urbani e sono conservati nel Museo Archeologico, nella basilica Eufrasiana Parenzo e a Sofia; corrisponde al tipo Minguzzi VIIIb.

Descrizione

Capitello imposta a zig-zag, con il corpo decorato da due nastri che si incrociano a formare spazi romboidali, campiti da foglie d'acanto (o parti di esse) e da piccole foglie trilobate, di forma e posizione variegata, lavorate a giorno. Sul listello dell'abaco corre un tralcio vegetale, da cui si sviluppano piccole elici, mentre sul collarino un tralcio vegetale con foglie d'acanto con fori ottenuti a trapano, ne ricopre l'intera superficie. Sul piano di posa sono incisi i marchi "A" e "E".

Dettagli

Tipologia

Beni Archeologici

Collocazione specifica

Basilica di San Marco

Localizzazione geografico-amministrativa attuale

VENEZIA (VENEZIA)

Materia tecnica

marmo

Misure

cm. 33 x 31 (inferiore) x 48 (superiore)

Definizione culturale

ambito culturale bizantino/ età giustinianea/ produzione costantinopolitana

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MUSEO DI SAN MARCO
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MUSEO DI SAN MARCO

Il 12 maggio 1797 si conclude la millenaria storia della Repubblica Serenissima. La basilica di San Marco termina il ruolo di cappella ducale per diventare la nuova cattedrale di Venezia.La Fabbriceria di San Marco si occuperà da questo momento in avanti della conservazione del monumento bisognoso di numerose opere di consolidamento della struttura architettonica e degli elementi decorativi. Dopo cinquant'anni circa Pietro Saccardo, fabbriciere dal 1861 e proto di San Marco dal 1887 definirà il progetto di un museo della basilica in cui ordinare ed esporre al pubblico le opere d'arte che avevano fatto parte dei preziosi arredi della chiesa ducale. I locali vengono individuati nelle stanze sopra il nartece, nell'ala nord-ovest e riuniti in un'unica area.Gli sforzi del Saccardo verranno però bruscamente interrotti dal crollo improvviso del campanile nel 1902, che porta all'azzeramento dei responsabili della Fabbriceria, mentre al proto vengono attribuite gravissime responsabilità. Nel nuovo secolo, inoltre, per San Marco si pongono ulteriori gravi problemi conservativi, mentre incalzano drammatici eventi che portano alla prima guerra mondiale. Il Museo di San Marco, ideato da Pietro Saccardo, sarà aperto soltanto nel 1927 dal proto Luigi Marangoni. In occasione della nuova sistemazione con ampliamento degli spazi espositivi, il Museo, oltre che custodia, è stato concepito come strumento per introdurre alla comprensione dell'imponente eredità spirituale, culturale e materiale costituita dalla basilica di San Marco e come percorso attraverso oggetti di culto e opere d'arte che sono parte di questo patrimonio. La collocazione museale della quadriga marciana nel 1982 e i restauri di molti beni tra gli anni ottanta e novanta hanno imposto una revisione dell'area espositiva, avviata fin dal 1986. Il Museo di San Marco si articola ora in tre sezioni: i Mosaici, i Tessili, la Quadriga e l'Antico, ovvero i segni del potere dogale, sintesi ideologica dell'eredità marciana.L'esposizione si sviluppa negli spazi del piano soprastante l'atrio-nartece. La struttura in mattoni a vista, costituita da un alternarsi di archi e pennacchi che reggono le cupole di copertura, ripete la tipologia costruttiva della basilica.La visita si conclude sulla terrazza per ammirare l'area marciana verso la piazza, il Palazzo Ducale, il molo e, lontano, l'isola di San Giorgio, cuore della città e dell'antico stato. (...)